Queste le parole che hanno scatenato una gran polemica sul biologo novantenne James Watson: “C’è una differenza tra il quoziente intellettivo dei neri e quello dei bianchi. E la differenza è genetica”. Il biologo era divenuto famoso insieme al collega Francis Crick per la scoperta della forma ad elica del Dna che gli valse il Nobel.
Già nel 2007 le sue frasi razziste gli erano costate l’allontanamento da qualunque incarico operativo nel suo storico laboratorio, ed ora è tornato di nuovo su quelle affermazioni durante una trasmissione dell’emittente statunitense Pbs. Egli ha infatti affermato di non aver cambiato idea rispetto al 2007, quando affermò per la prima volta che i neri hanno un livello di intelligenza inferiore a quello dei bianchi. In quell’occasione Watson decise di ritrattare, ma comunque da allora in poi la sua carriera non è più stata la stessa. Ha addirittura avuto problemi finanziari che lo hanno visto costretto a vendere anche la medaglia del Nobel.
Anche stavolta c’è stata un’immediata reazione da parte della comunità scientifica. I biologi del Cold Spring Harbor Laboratory, famoso laboratorio di genetica di cui Watson è stato un celebre rappresentante, hanno preso le distanze da ogni sua provocazione, riportando il fatto che queste non hanno alcuna evidenza scientifica. Lo stesso Cold Spring Harbor Laboratory ha proposto di revocare a Watson ogni titolo onorario consegnatogli, compreso il Nobel.
Il laboratorio infatti giudica “riprovevoli, non supportate dalla scienza e non rappresentative in alcun modo delle opinioni del Cold Spring Harbor, dei suoi docenti, personale o studenti” le affermazioni del biologo. Del resto Watson è avvezzo a polemiche di questo tipo. Oltre alle sue frasi razziste sia di oggi che del passato, ha anche sostenuto che “avere donne intorno rende il lavoro più divertente per gli uomini, ma riduce la loro efficienza”; parole per cui nel 2012 è stato accusato anche di sessismo.