Nel film “Liberi di scegliere“, Alessandro Preziosi è Marco Lo Bianco, un giudice che lotta per strappare i ragazzi dalle grinfie della ‘ndrangheta. Il suo personaggio si ispira a Roberto Di Bella, Presidente del Tribunale dei Minori di Reggio Calabria da tempo impegnato ad offrire ai minori appartenenti a famiglie mafiose una vita lontana dalla criminalità.
Lavorando per più di 25 anni al Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, il giudice Di Bella si è accorto di una pericolosa continuità generazionale nella ‘ndrangheta, ritrovandosi spesso a dover giudicare i figli dei criminali che aveva visto come imputati in tribunale negli anni ’90. Un circolo vizioso in cui padri e figli si tramandano gli stessi valori tossici.
Tramite l’indottrinamento dei figli, le famiglie mafiose riescono a mantenere il controllo sul territorio per decenni. In un comunicato diramato dalla Rai, Roberto Di Bella afferma: “Fin da piccoli i componenti di queste famiglie respirano l’odio, sono addestrati all’uso delle armi, alla brutalità e all’uso della forza anche nei confronti dei familiari più stretti, quando trasgrediscono le regole. I minori hanno spesso visto uccidere i loro padri, fratelli, parenti. In questi casi, secondo il codice d’onore mafioso, deve scattare la vendetta, perciò violenza richiama violenza, in tali contesti anche le scelte più intime (fidanzamenti, matrimoni) sono condizionate dalla ‘famiglia’ e spesso diventano un modo per suggellare sodalizi criminali e, talvolta, per costruire delle vere e proprie prigioni culturali“.
Secondo Di Bella anche il carcere, anziché rappresentare un deterrente alla delinquenza, per i figli di mafiosi è una situazione accettata come tappa molto probabile nel corso della crescita. I ragazzi spesso non hanno una figura paterna di riferimento, perché il loro genitore è in carcere, o è latitante, o è morto. Se i giovani non si fidano dello Stato e non hanno la forza di costruirsi un futuro migliore, è la scuola che deve farsi carico di indicare loro una strada alternativa a quella dei loro padri.
Per Di Bella spesso a fare il primo passo sono le madri, che per amore dei figli superano anche la paura di possibili ripercussioni: “Proprio nei locali del tribunale per i minorenni, alcune madri hanno iniziato percorsi di collaborazione con la giustizia, sperando in una vita migliore. Altre donne si sono presentate per chiedere, talvolta in segreto, di allontanare i loro figli. Altre ancora, espiata la pena per gravi reati, hanno sollecitato un aiuto per ottenere una sistemazione logistica e un lavoro fuori dalla Calabria al seguito dei figli già tutelati dal tribunale“.
E non è un casuale il titolo del film di Rai1 con Alessandro Preziosi e Carmine Buschini: “Liberi di scegliere”, infatti, è il nome del progetto che Roberto Di Bella ha fortemente voluto. Oggi questa realtà, con l’ausilio di professionisti opportunamente formati come psicologi, assistenti sociali, famiglie affidatarie ed educatori, vuole prendere per mano i minori cresciuti in una cultura criminale, proteggerli e accompagnarli verso una giusta crescita psico-fisica, in un ambiente sano, culturalmente e psicologicamente diverso da quello da cui provengono.
Roberto Di Bella conclude: “Dimostrare che il futuro non è già scritto e che si può essere protagonisti della propria vita è la finalità del progetto, nella consapevolezza che la ‘ndrangheta appare un destino inesorabile a chi nasce e vive in certe realtà familiari“.