La Schiavitù da Smartphone Ci Sta Rubando Preziosi Minuti di Vita

Senza ombra di dubbio gli smartphone hanno migliorato la nostra qualità di vita: possiamo sentire la musica dove vogliamo, accedere a milioni di informazioni in qualsiasi momento, in pochi istanti possiamo immortalare gli attimi più importanti della nostra vita ed infine possiamo restare in contatto con chiunque.

È proprio quest’ultimo punto che merita un adeguato approfondimento. Ovviamente è una cosa meravigliosa poter restare in contatto con le persone più care (ma anche con i conoscenti). Una volta se si era per strada e si aveva necessità di contattare qualcuno si ricorreva all’ormai vetusta tessera telefonica. Ormai invece basta un botta e risposta su WhatsApp. Ed è stata questa la nostra condanna.

Nei primi anni duemila ricorderete senza dubbio l’immagine dei ragazzi perennemente intenti a scrivere sui loro Nokia brevi messaggini contratti (kmq, tvb e lo stranissimo tadb che significherebbe “ti amo di bene”) non per qualche motivo socio-culyurale, ma solo a causa del loro costo. L’estate e nel periodo natalizio poi ci si sbizzarriva, infatti le compagnie telefoniche facevano offerte “che non si possono rifiutare”, fornendo 100 messaggi gratuiti al giorno.

Probabilmente le nostre vite sono cambiate nel momento in cui il messaggio è mutato da SMS a chat di WhatsApp. Perché dico questo? Perché essere presenti su WhatsApp significa essere pronti e disponibili per chiunque. WhatsApp può essere paragonato simbolicamente al citofono: se telefonano infatti sai chi chiama poiché compare il numero telefonico, al citofono invece può essere chiunque e puoi potenzialmente essere disturbato in ogni momento (mentre il telefono può essere staccato o “silenziato”).

Schiavitù da Smartphone

Questa perenne connettività sta rubando all’essere umano, giorno dopo giorno, preziosi minuti di vita. Un tempo era la normalità rispondere dopo un medio-periodo: i messaggi erano relativamente più difficili da scrivere a causa delle tastiere, non sempre si aveva il credito e, da non sottovalutare, non esisteva ancora il “culto dello smartphone” come ora. In questo momento invece siamo continuamente distratti da tutto, ci sentiamo in dovere di rispondere istantaneamente ad un messaggio WhatsApp o a un commento sui Social. Insomma, veniamo continuamente disturbati perché siamo disturbabili.

Con questo non intendo assolutamente condannare l’utilizzo delle smartphone, non è mia intenzione, è opportuno però staccare un po’ la spina e diventare irreperibili, almeno per le vacanze estive. Forse, per un breve periodo, ritroveremo di nuovo noi stessi.

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