L’Appello del Mondo dello Spettacolo agli Insegnanti: “Fate il Test Sierologico, È Fondamentale”

Il ritorno a scuola dopo la chiusura a causa del Covid è imminente e per permettere il rientro in sicurezza degli studenti è partita anche l’iniziativa di uno screening di tutto il corpo docente e non tramite test sierologico. Numerosi gli appelli per spingere tutti gli insegnanti a sottoporsi al controllo, molti dei quali provengono dal mondo dello spettacolo.

Trovo assurdo che ci siano insegnanti che si rifiutano di fare il test sierologico. Bisogna farlo assolutamente”. Questo l’appello che fa Iva Zanicchi attraverso l’Adnkronos ai docenti, commentando le polemiche sui test ai docenti che accompagnano la riapertura delle scuole. ”Ma che cosa gli costa? Bisogna riaprire queste benedette scuole e rimandarci i nostri figli in sicurezza”.

Qui andiamo a parlare di bambini. Chi si rifiuta è una persona irresponsabile, quindi dico ai professori di non essere irresponsabili e fare il test“. Così Maria Grazia Cucinotta, che aggiunge: “Un bambino può essere asintomatico, ma tornare a casa e contagiare il nonno e a chi si rifiuta di farlo dico che ci sono tante altre persone responsabili che cercano lavoro...”.

Fare il test sierologico è un dovere e per gli insegnanti dovrebbe essere obbligatorio. Questo permetterebbe di isolare i positivi a casa cercando di non infettare tutti gli altri. Perciò esorto i docenti a farlo! Dobbiamo fare di tutto affinché non si torni in lockdown perché questo Paese non lo sopporterebbe più”. Questo è l’appello ai prof della conduttrice Simona Ventura.

Dello stesso avviso anche Albano. Il cantante di Cellino San Marco si limita a far notare ai professori che fare il test “dovrebbe essere un fatto talmente spontaneo e naturale; non ci dovrebbe essere nemmeno bisogno di farselo dire! – esclama Albano Se vogliamo combattere questo maledetto virus, dobbiamo avere una linea comune

Interviene, infine, sui social Fabio Fazio: “Ma in questi mesi non si poteva approfittare per cablare tutte le scuole e fare una rete vera, per l’insegnamento a distanza e fornire i tablets a quei ragazzi che non possono permetterselo? Avremmo fatto una cosa che sarebbe rimasta nel futuro e che in caso di emergenza avrebbe consentito l’insegnamento a distanza e diminuire certamente la presenza nelle aule”.

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