Lucia Perez, Seviziata con un Palo e Uccisa a 16 Anni: per i Giudici Era Consenziente

L’omicidio della 16enne Lucia Perez è uno dei femminicidi che hanno maggiormente destato l’opinione pubblica, specialmente per la crudeltà dell’atto e per la giovanissima età della vittima.

È l’8 ottobre del 2017, siamo vicino a Buenos Aires. Lucia ha 16 anni e frequenta la quinta superiore. Proviene da una famiglia di modesta estrazione sociale. La ragazza, ad un certo punto, viene portata al Pronto soccorso dell’ospedale di Mar del Plata. Però, non viene accompagnata al suo interno: due ragazzi la scaricano dall’auto e la abbandonano – letteralmente – davanti all’ingresso principale dell’ospedale. Affermano velocemente che si è trattato di “overdose“. Il personale sanitario prova a rianimarla diverse volte, ma non c’è nulla da fare. La 16enne muore.

lucia perez

Immediatamente, l’ospedale inizia a effettuare diverse indagini, finalizzate a comprendere la causa della morte della giovane. Il medico legale, tuttavia, fa una scoperta sconcertante. Non è vero che Lucia Perez è morta di overdose, non era una tossicodipendente. Lucia è stata stuprata e uccisa. Nello specifico, è stata seviziata con un oggetto contundente, che ha provocato la sua morte. Successivamente, l’autore (o gli autori) del gesto l’ha ripulita dal sangue, le ha infilato degli abiti puliti e si è liberato di lei dinanzi all’ospedale.

Dunque, iniziano le indagini per omicidio, che portano a tre persone: Matías Farías (23 anni), Juan Pablo Offidani (41 anni) e Alejandro Alberto Masiel. Quest’ultimo viene accusato di favoreggiamento, gli altri due invece di omicidio come conseguenza della violenza sessuale.

Durante il processo, la pm Maria Isabel Sanchez ricostruisce gli ultimi istanti di vita della 16enne. Farias e Offidani avrebbero attirato la ragazza a casa loro, sfruttando della sua dipendenza dalle droghe. Poi, l’hanno stuprata e hanno cercato di nascondere le loro responsabilità. Secondo la difesa, non è andata in questo modo: Lucia è morta, disgraziatamente, a seguito di un rapporto sadomaso consenziente. Un gioco finito male, dunque. Il risultato? I giudici non credono all’accusa, ma solo alla difesa. Quindi, i due imputati vengono assolti dall’accusa di omicidio e di stupro. L’unica colpa che hanno avuto è quella di aver venduto della droga alla minorenne. Questo il verdetto della sentenza emessa il 28 novembre 2018.

A partire da questo momento, l’omicidio di Lucia Perez assume dei connotati politici. Perchè, tra le motivazioni della sentenza addotte dai giudici Aldo Carnevale, Pablo Vinas e Facendo Gómez Urso, non vi è stato alcun delitto cruento, ma il tutto sarebbe derivato “dall’immaginazione della pm Sanchez“. Così, si costituisce il gruppo “Ni una menos”. Emblematici i flashmob realizzati dapprima in Argentina e, poi, diffusi in tutto il mondo. Sulla vicenda, il gruppo ha commentato duramente: “Lucia Perez è stata uccisa 2 volte. La prima dagli esecutori diretti. La econda da coloro che li hanno assolti e che hanno negato che 2 adulti, che somministrano cocaina per assoggettare un’adolescente, sono responsabili di abuso e femminicidio“.

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