L’alimentazione è da sempre un argomento molto importante per quanto riguarda il nostro paese. Avendo un’affermata cultura culinaria, è normale che questa la si difenda spesso. Il dibattito riguardo il cibo però ora è molto affrontato anche nelle nostre scuole.
Il dubbio principale è il seguente; i genitori degli alunni della primaria e delle scuole medie possono decidere se i propri figli debbano mangiare a mensa o no? E ancora: se si portassero il cibo da casa, possono mangiare all’interno della mensa scolastica?
Questa questione è diventata importantissima, visto che rientra all’interno della sfera di alcuni principi fondamentali da difendere. La scelta alimentare infatti può essere collocata nello stesso ambito del diritto allo studio gratuito.
Chi sarà chiamato a rispondere a questo spinoso argomento? Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione si esprimeranno al riguardo, fornendo dunque le risposte necessarie per fare chiarezza. Il problema principalmente risiede nel fatto che quello alimentare è un diritto, per questo si creano accesi dibattiti.
La discussione dunque è ritornata al centro dei dibattiti scolastici e politici. Principalmente si discuterà quanto segue: «Se sia configurabile un diritto soggettivo perfetto dei genitori degli alunni delle scuole elementari e medie, eventualmente quale espressione di una libertà personale inviolabile, il cui accertamento sia suscettibile di ottemperanza, di scegliere per i propri figli tra la refezione scolastica e il pasto portato da casa o confezionato autonomamente e di consumarlo nei locali della scuola e comunque nell’orario destinato alla refezione scolastica, alla luce della normativa di settore e dei principi costituzionali, in tema di diritto all’istruzione, all’educazione dei figli e all’autodeterminazione individuale, in relazione alle scelte alimentari».