L’ex Ministro Bussetti, in una recente intervista di Repubblica, ha affrontato anche il tema del contratto. E ha mostrato la sua piena convinzione che gli insegnanti italiani non abbiano un adeguato riconoscimento economico, quando invece dovrebbero guadagnare quanto medici e magistrati.
Al tempo stesso però ammette la sua preoccupazione dicendo “Non possiamo nascondere, però, la difficile situazione delle finanze pubbliche”.
Obiettivo attuale dei sindacati FLCGIL, CISL e UIL è quello di ottenere un rinnovo del contratto in tempi rapidi, in modo che si eviti il pericolo per alcuni insegnanti di perdere parte dell’aumento arrivato in busta paga da giugno 2018. Per cui i suddetti sindacati già hanno inviato all’ARAN la disdetta del contratto firmato il 19 aprile scorso, contratto che ha validità fino al 31 dicembre 2018.
Con il rinnovo del contratto 2016/18 il personale della scuola ha ottenuto un aumento di circa 50 euro, ma, senza ulteriori risorse, si rischia che dal 1° gennaio 2019 si perderà una parte di questo, l’elemento perequativo.
E’ comunque difficile dire se si riapriranno trattative per un nuovo contratto; purtroppo l’aspettativa a riguardo è molto bassa, e si continua a vedere troppo elevata la differenza tra lo stipendio dell’insegnante italiano e quello dei colleghi europei.
