Nadia Toffa: “Non ho Mai Detto che Avere un Cancro è una Fortuna, Solo che La Mia Voglia di Vivere è Più Forte”

Pochi giorni fa l’inviata della trasmissione televisiva Le Iene Nadia Toffa, in occasione della presentazione del suo libro che racconta la sua esperienza diretta con il cancro ha pubblicato, ha pubblicato un post che ha suscitato molteplici polemiche, tanto da richiedere oggi un intervento della stessa per chiarire cosa intendesse con le sue parole.

nadia toffa cancro

Il post recitava: “Ecco qui, ragazzi, in questo libro vi spiego come sono riuscita a trasformare quello che tutti considerano una sfiga, il cancro, in un dono, un’occasione, una opportunità raccontata in questo libro in cui c’è tutta la mia intimità in cui vi apro il mio cuore. Trasformare il cancro in un dono è possibile. Non si sa chi vincerà. Vivendo lo scoprirò, controllo dopo controllo tra qualche anno. Chi ha il cancro sa di cosa parlo. Aspetto di sapere cosa ne pensate della storia della mia vita in un libro in cui c’è tutta. Non sospendiamo la vita per colpa del cancro. Non diamogliela vinta. Dobbiamo sorridere sempre”.

Come è facile intuire ad essere sotto accusa è il riferimento al cancro come dono. Queste parole non sono proprio piaciute ai malati, alle persone vicine ai malati, ma anche alle persone note e meno note che l’hanno letto. La conduttrice de Le Iene fa chiarezza e si scaglia con severità contro coloro che hanno strumentalizzato tale vicenda, una vicenda ricca di dolore e che la Toffa sta sperimentando in prima persona. Chiarisce che il suo voleva semplicemente essere un invito a mantenere un atteggiamento positivo anche di fronte alla malattia, pur specificando che ottimismo da solo certo non sarebbe riuscito a fare da cura. Si pensi che sul web cominciava sempre di più ad essere presente l’associazione del nome di Nadia con quello della Brigliadori, da sempre contraria all’intervento delle cure mediche per far scomparire il cancro.

Tutto questo ha reso necessario un intervento chiarificatore di Nadia, che è appunto arrivato oggi tramite un lunghissimo post: “Gli webeti proprio perché ebeti continuano a ridere della parola dono. Non ho mai sostenuto di essere fortunata ad avere il cancro. Sono pazza secondo voi?! Probabilmente chi non capisce e ride per fortuna sua non è mai entrato in un reparto di oncologia pediatrica. I Bambini lì sorridono e ridono non perché felici nè perché si sentono fortunati di avere il cancro, ma perché hanno spirito di sopravvivenza e sanno che la vita continua nonostante la malattia e così i loro genitori che sono con loro a sostenerli ogni giorno cercando di portargli allegria. Sono scemi? O si sono trovati in quella situazione e cercano di sopravvivere?! Chiedetevelo davvero! Il cancro è un dono per loro? Avessero potuto scegliere cosa avrebbero deciso per i loro figli? Quel destino infame? Ne sono felici? O provano solo a essere sereni per dare coraggio ai loro piccoli? Tra l’altro sono gli stessi psicologi e medici a dire che un atteggiamento positivo aiuta. Motivo per cui esiste la clownterapia. Fin dall’esordio della mia malattia ho sostenuto che l’unica speranza che abbiamo contro il tumore è la medicina. Con radio e chemio…..uniche cure esistenti….Magari con la forza di volontà si potesse guarire…. non è ovviamente così. Ma di certo un atteggiamento positivo aiuta e questo lo dice la scienza non la sottoscritta. Dunque imparate a non giudicare e fatevi un giro negli ospedali o a casa dei malati oncologici. Non c’è un funerale in corso perché le persone sono ancora vive e sono felici di esserlo e così le persone che li assistono ovviamente, con dolore e strazio ma con resilienza. Non credo sia difficile provare a immedesimarsi. Provateci anche per poco. Fate uno sforzo, su. Forse forse riuscite a capire. Sono stata in zone di guerra…in Iraq per la precisione e dove esplodono le bombe i bambini giocano a pallone. E le mamme preparano il the. La vita è più forte e sono convinta che quei bambini che giocano non offendono i soldati e nemmeno quelle mamme che preparano da mangiare ai loro figli. Così come i bimbi dei reparti d’ospedale che ridono non offendono i medici. È solo la vita che continua a scorrergli nelle vene. È semmai una manna dal cielo. Ognuno è libero di vivere la malattia come crede ovviamente. Massima libertà e rispetto da parte mia. Criticare però chi non sospende la vita per continuare a vivere nonostante il cancro non perdendo nemmeno un istante, considerandolo prezioso è solo molto superficiale e mediocre. Dimostra tanta superficialità . Sapete, a volte credi di volare alto tra le aquile e invece ti guardi intorno e ti accorgi di essere in piazza San Marco tra i piccioni. Mamma che tristezza e amarezza mi viene. Solidale con tutti i malati che continuano a vivere. Non mollate! Non siete soli. Forza e coraggio. Non diamogliela vinta in partenza. Proviamo a vincere. Con voi nella resilienza e nello spirito di sopravvivenza. Webetiiiiiiiiii?! Provate a ridere ancora?!?!? Potreste riuscirci! Illuminateci con i vostri profondi commenti su. Vi aspettiamo con ansia. L’immondizia della rete riesce sempre a stupirmi. Illusa io che la gente provi a mettersi nei panni di chi soffre. Ma quando mai?! Solo tanta invidia sociale si vede in giro. Dilagante purtroppo. Dopo la visita di ieri pomeriggio in un qualsiasi reparto di oncologia pediatrica. Forse sono io che sbaglio ad avere ancora fiducia nell’essere umano. E a credere che esista ancora il sentimento della pietà. La pietas col significato alla latina cioè un sentimento che induce amore, compassione e rispetto per le altre persone. Che delusione mi viene a volte eppure non mi abbatto e combatto. Che dite? Sono un’illusa?? Con la massima sincerità, onestà e vicinanza a chi ha perso una persona cara per colpa di questa infame malattia. Inaspettata e cruda. Col cuore in mano, Nadia

FIORIRE D’INVERNO – IL LIBRO DI NADIA TOFFA

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