Nelle ultime ore sta facendo molto discutere una vicenda alquanto particolare: Noa Pothoven, ragazza olandese di 17 anni, si è tolta la vita con l’eutanasia. Il dolore per gli stupri subìti ripetutamente quando era piccola sarebbe stato troppo forte.
Ma le cose non stanno esattamente così. La vicenda infatti è circolata sul web senza uno scrupoloso fact checking. La ragazza purtroppo è deceduta realmente il 2 giugno. Il 4 però la notizia è impazzata sul web, adducendo come causa del decesso l’eutanasia.
In realtà l’eutanasia assistita non è mai stata concessa a Noa, la quale dunque ha deciso di lasciarsi morire, rinunciando a mangiare e bere. Proprio questo aveva annunciato su Instagram: «Entro dieci giorni al massimo morirò. Dopo anni di battaglie, sono prosciugata». Anche qui l’eutanasia non viene menzionata.
Un sito olandese il 2 giugno aveva parlato della morte della ragazza, ma anche qui non c’è nessun riferimento concreto riguardo l’eutanasia. Noa però a 16 anni aveva realmente fatto richiesta alla clinica Levenseind all’Aia, all’insaputa dei genitori, per l’eutanasia. La richiesta però non è stata approvata.
Questa è stata la spiegazione che ha fornito la ragazza nel corso di un’intervista: «Pensano che io sia troppo giovane per morire. Pensano che dovrei completare il trattamento del trauma e che il mio cervello deve prima essere completamente cresciuto. Questo avverrà quando compirò 21 anni».
Le condizioni della ragazza erano piuttosto critiche: soffriva di disturbo da stress post-traumatico, depressione e anoressia. Inoltre era esente dall’obbligo scolastico, di fatto era sola. Così la ragazza ha deciso, in autonomia, di togliersi la vita. Nessuna eutanasia.