Quando la Grammatica diventa… Drammatica!

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Come usare correttamente l’accento? E come non sbagliare con l’apostrofo? Come evitare gli anacoluti?

Quanti dubbi che ci vengono quando dobbiamo scrivere un testo, si scrive con l’accento o senza? E l’apostrofo ci va o meno? Questa volta vogliamo addentrarci in una simpatica top ten: quella sugli errori più comuni in italiano. Sono gli errori più frequenti, quelli che ci capitano almeno una volta nella vita, ad essere ottimisti, che spesso compiamo senza quasi accorgercene, anche se ad essere sinceri il correttore ortografico ci viene spesso in soccorso, siamo noi che lo ignoriamo.

grammatica diventa drammatica

1. A me mi piace vs A me piace: a me e mi significano la stessa cosa in questo caso, inutile e sbagliato ripeterli;

2. Accellerare vs Accelerare: provate a ripeterlo ad alta voce, vi accorgerete che usate una sola “l”;

3. Perchè vs Perché: si usa l’accento acuto;

4. Metereologia vs Meteorologia: qui il bisticcio è dovuta allo spostamento errato di una lettera;

5. Egli và, fà, stà vs Egli va, fa, sta: l’accento non serve in questo caso;

6. Che egli dasse/stasse vs Che egli desse/stesse: qui il problema sta nella coniugazione dei verbi, gioie e dolori del congiuntivo;

7. Areoporto vs Aereoporto: altro problema di slittamento di una lettera;

8. Un pò vs Un po’: è uno dei pochi casi di troncamento in cui ci vuole l’apostrofo, l’accento non c’entra nulla;

9. Qual’è vs Qual è: questo invece è un troncamento senza accento, qual si scrive senza apostrofo, sia davanti a vocale che davanti a consonante;

10. Affianco vs A fianco: affianco è voce del verbo affiancare, a fianco significa stare accanto a una persona, qui si confonde il significato della parola.

Ed in più:

C’è vs ce:

Attento, è un errore frequentissimo! La particella ce vuol dire “a noi” oppure indica un complemento di luogo, o ancora rafforza alcune espressioni come “ce l’ho” o “ce la fai”; c’è, invece, è voce del verbo esserci!

C’è bisogno di ripassare questa regola… senza far finta che non cene freghi nulla!
io ci vado, e se il mio amico non c’è, domani ce lo porto.

Troncamento vs Accento:

da’/dà/da
da’ da mangiare al tuo spirito! (imperativo)
il prete dà una botta al chierichetto. (presente indicativo)
c’è da studiare. (preposizione)

di’/dì/di
di’ che hai votato grillo, dillo. (imperativo)
un bel dì cappuccetto rosso incontrò il lupo. (=giorno)
i diritti di tutti. (preposizione)

fa’/fà/fa
fa’ vedere che non sei ignorante. (imperativo)
leggere fa bene a chi sa leggere. (presente indicativo)
è più facile di un solfeggio in chiave di fa. (nota musicale)

po’/pò/Po
impara un po’ d’italiano. (=poco)
il Po invece è un fiume!

va’/và/va
sta’/stà/sta
sé/se

Berlusconi è un uomo pieno di sé.
Staremmo meglio se non fossimo tutti così ignoranti.
In “se stesso” alcuni omettono l’accento.

Verbi vs Resto del Mondo

è/e ha/a ho/o hanno/anno
è vero: giovani e meno giovani hanno difficoltà a usare regole che avrebbero dovuto assimilare tra il primo e il quinto anno di scuole elementari. Alcuni dicono che o le impari da piccolo o non le impari mai più, ma io ho il sospetto che tentare non nuoccia.

Su qui e qua…

l’accento non va segnato sui monosillabi perché non potrebbe cadere altrove. Solo alcune parole lo richiedono, per evitare confusione con altre identiche ma di significato diverso: lì/li, là/la,dà/da. Si segna l’accento anche nel caso la parola si scriva con due vocali in sequenza, per precisare quale porti l’accento: più, può.

Portami lì così compro i libri. O li hai già comprati tu? portami là così compro la carta. O la compri tu?

Ne vs né

Quando vuoi negare qualcosa usa né. Quando invece ti riferisci all’argomento appena esposto (o sottinteso) non mettere l’accento.
non ne voglio sapere: né voglio che me ne parli ancora.
(invece ti conviene cercare di capirci qualcosa, sono semplici regolette!)
questa frase vuol dire: non voglio sapere nulla di ciò: e non voglio nemmeno che mi parli ancora di ciò.

e per finire… (ribadisco)

QUAL È

si scrive senza apostrofo!

 

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