“Se mi dicono che di botto se ne vanno in pensione centomila persone in settori chiave dell’amministrazione pubblica come le scuole e gli ospedali è ovvio che non possiamo consentirlo. Dobbiamo provvedere gradualmente e con giudizio per evitare esodi di massa. Perciò nell’arco del 2019 ci saranno tre o quattro finestre per procedere a scaglioni”. Queste le parole del vice presidente del Consiglio Matteo Salvini sul Decreto ad hoc per i dipendenti pubblici.
Altre fonti giornalistiche invece hanno riportato che potrebbe trattarsi di un disegno di legge. Comunque sia le voci che parlano di possibili penalizzazioni degli impiegati pubblici sono numerose. Una delle possibili penalizzazioni riguarda un possibile ritardo nel pagamento del TFR. Per coloro che sceglieranno la quota 100 andando in pensione a 62 anni, si pensa ad un lasso di tempo fino a 5 anni per il pagamento del TFR/TFS, con la somma rilasciata al compimento dei 67 anni.
Un’altra possibile penalizzazione, che sembra già presente nella bozza del “pacchetto pensioni” consiste in una finestra di sei mesi per ricevere l’assegno. Per chi aderirà alla quota 100 l’assegno sarà consegnato dal 1 luglio 2019. Secondo quanto precisato nella bozza, a fronte di requisiti maturati dal 1 gennaio 2019, “il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico è conseguito trascorsi sei mesi dalla data di maturazione dei requisiti”.
Comunque al momento non c’è nulla di definitivo, trattandosi di soluzioni possibili e presenti in bozze. Notizie più approfondite ci saranno sicuramente nelle prossime ore.