Per ben sei volte nel giro di due anni la mamma lo ha accompagnato in ospedale, ma i medici lo hanno sempre rimandato a casa credendo si trattasse di asma. E’ successo alla piccola Megan Clarkson, di Kirkcaldy, Fife, in Scozia, le cui condizioni si sono poi purtroppo aggravate. E così analisi più approfondite hanno rivelato che a soli due anni la piccola aveva un cancro ai polmoni.
Nel giro di poco tempo la piccola Megan è morta, ed oggi la mamma Kelly ha voluto raccontare la sua storia. Nel novembre del 2016, ad appena 6 mesi, la bimba ha già iniziato a star male; non riusciva neanche a trattenere in bocca il cibo a causa della forte tosse. Le problematiche si sono susseguite, e così nei successivi 28 mesi Megan ha perso peso e respirava malissimo, a volte con una velocità anche due volte superiore alla norma.
Ovviamente la mamma ha portato la sua bimba da sei diversi specialisti, ma nessuno ha mai deciso di sottoporla ad una radiografia. Per loro si tratta va di una semplice asma, come molti bambini, ed avrebbe dovuto curarla con antibiotici ed inalatori.
Il tempo passava e le condizioni di Megan non facevano altro che peggiorare; sono comparsi anche lividi sul petto e dolori sotto le braccia. Poco prima di Natale è stata però ricoverata al Royal Hospital for Children di Glasgow; e solo in quest’occasione ulteriori accertamenti hanno dato evidenza della triste realtà: una forma di cancro ai polmoni nota come blastoma pleuropolmonare di tipo tre. E così è stata operata d’urgenza per rimuovere il polmone destro, ma la piccola ha avuto un arresto cardiaco ed è morta il 2 gennaio, appena tre settimane dopo la diagnosi della tremenda malattia.
La mamma addolorata ma sicuramente anche delusa, ha dichiarato: “Siamo stati dietro ai medici da quando Megan aveva 8 mesi, ma non è servito a nulla. Solo una diagnosi precoce può aiutare a sconfiggere il cancro, Megan era arrivata troppo tardi. Se scoperto in tempo, avrebbe avuto il 90 per cento di possibilità di guarire dal tumore, ma in questo modo si sono abbassate al 37 per cento. Siamo delusi e andremo a fondo per capire perché siamo stati trattati in questo modo. Bisogna cambiare il sistema prima che succeda ad altri“.