Sono già passati due anni dalla scomparsa di Davide Astori. Il calciatore della Fiorentina ci ha lasciati il 4 marzo 2018, quando, la mattina della disputa di una partita, è stato trovato morto nella sua stanza d’albergo. Un male improvviso gli aveva irrimediabilmente stroncato la vita. Sono stati, indubbiamente, degli anni molti difficili per la sua compagna 35enne, Francesca Fioretti, e per la figlia Vittoria, di soli quattro anni.
Francesca Fioretti, però, non ha mai smesso di dedicare stralci della sua vita al suo Davide. A corredo di una foto di fronte all’aurora boreale, gli aveva scritto: “SBAMMMMM, Ci hai trovate“.
Oggi, invece, ha pubblicato su Instagram un’altra foto. Questa volta, appaiono lei e la piccola Vittoria di spalle, intente a guardare il mare. Il riferimento a Davide Astori, proprio in questo giorno, è inevitabile. La didascalia lo rende più esplicito: “Tu, il mio posto sicuro nel mondo. Per sempre“.
La vita della giovane mamma è, quindi, andata avanti, nonostante tutto. Se, in un primo momento, aveva inevitabilmente interrotto le sue attività, comprese quelle professionali, ora è riuscita a riprendere un pochino in mano la sua vita. Ha ripreso anche con il suo lavoro, quello da attrice. Già a marzo dello scorso anno, ha recitato da protagonista nello spettacolo teatrale “Lumbs“, che significa “polmoni“. Lei stessa, durante un’intervista, aveva dichiarato: “Cos’è per me il teatro? Un miracolo che mi astrae. Quando sono qui, non penso ad altro. È stato la mia salvezza“.
Quest’estate, poi, aveva portato la piccola Vittoria insieme a lei in Giordania. In una foto che la vedeva sorridente e con la figlia in braccio a Petra, aveva scritto: “Viaggiare con i bimbi piccoli è impossibile! Falsissimo, i limiti li poniamo solo noi“. Viaggiare era sicuramente la passione che condivideva maggiormente con Davide Astori. Proprio per questo, la 35enne aveva dichiarato: “Io so che non devo vivere il mio dolore attraverso Vittorio. Non devo apparire triste nè disperata. La sua serenità dipende dalla mia. Davide, per quanto mi possa far soffrire, non deve diventare un tabù, un qualcosa da nascondere, un vuoto da non pronunciare“.
