Nel testo della Legge di Bilancio, ancora non definitivamente approvata, c’è anche il riconoscimento di aumento di stipendio per i dipendenti pubblici.
Ecco cosa prevede il testo: “E’ riconosciuta l’Indennità di Vacanza Contrattuale (IVC) dello 0,42% dello stipendio tabellare dal 1° aprile 2019 e dello 0,7% dal 1° luglio 2019 in caso di mancato rinnovo del CCNL al 1° gennaio 2019”. Secondo quanto calcolato da Il Messaggero il governo attuale ha reso disponibili con la manovra 1,1 miliardi sul prossimo anno, che diventeranno 1,4 nel 2020 e 1,8 nel 2021.
A partire da aprile tra le voci dello stipendio ci sarà di nuovo “l’indennità di vacanza contrattuale” – sparita dal cedolino da giugno 2018 perché inglobata nello stipendio tabellare – poiché il contratto 2016/18 scade a dicembre 2018. Come spiega Il Messaggero dopo tre mesi di vacanza del contratto ne viene riconosciuta il 30% (ossia lo 0,42%), dopo sei mesi il 50% (cioè lo 0,7%).
Il conto non è da farsi però sull’intera retribuzione ma solo sulle voci stipendiali, quantificate in media per il settore statale dalla relazione tecnica in 25.184 euro l’anno. Se si applicano le percentuali a questa somma si arriva ad un aumento di 8 euro dal 1 aprile 2018, che può arrivare a 13-14 da luglio 2019, a meno che nel frattempo non si arrivi alla firma di un nuovo contratto.
Questa somma, unita all’elemento perequativo, verrà poi riassorbita quando si stipulerà il nuovo contratto. In totale gli aumenti potranno raggiungere l’esigua somma di 40 euro. L’aumento complessivo sarà di 500 euro lordi all’anno che, in termini di fondi reperiti dal DEF sono 1.1 miliardi di euro per il 2019, 1.425 per il 2020 e 1.775 dal 2021.
Mensilmente l’aumento medio è di 40 euro lordi, meno della metà dello scorso rinnovo contrattuale di 85 euro medi lordi. Le risorse per l’aumento sono ancora da reperire.