Non passa giorno che non ci sia una strage in Siria – grande o piccola, ma sempre dolorosa – da raccontare. Una famiglia è stata massacrata mentre era in fuga su un minibus. Fra le vittime, cinque bambini.
La famiglia, composta dai due genitori e sette figli di cui cinque minori, si apprestava a lasciare Aleppo. Alla periferia della città, sono stati colpiti da un aereo. Per i nove, nessuno scampo: una bomba. Sognavano di fuggire via dalla violenza e quella fuga ne ha segnato invece la tragica fine.
I soccorritori non hanno potuto far altro che estrarre i nove corpi martoriati dalle lamiere bruciate e contorte del minibus, in una routine di inenarrabile dolore. Questi morti si vanno ad aggiungere alla già nutrita schiera di vittime fra i civili. L’offensiva dei militari siriani, appoggiati dall’aviazione russa, avanza in modo sempre più cruento. La popolazione civile, in meno di un mese, conta circa 155 vittime, di cui un terzo sono bambini.
Gli sfollati, per quest’ennesimo momento difficile in territorio siriano, si aggirano intorno al mezzo milione. Una vera emergenza umanitaria mondiale, afferma l’Onu, sicuramente una delle più gravi. Alla famiglia falcidiata di cui abbiamo raccontato, si devono aggiungere altri nomi di innocenti, che in questi giorni si stanno spegnendo come fiammiferi sotto la pioggia. Senza distinzione d’età, anche una piccolina di 40 giorni, insieme alla sua famiglia, ha perso la vita nei primi giorni di febbraio.
E temiamo che l’elenco non possa far altro che allungarsi.