E il Tuo Primo Giorno di Scuola Com’è Stato?

#IndimenticabilePrimoGiorno

5 cose che ho imparato dal mio primo giorno di scuola

Nella vita di ogni insegnante ce ne è uno.

Magari fortemente voluto o capitato per caso.

Atteso dopo molte fatiche o causa di nuove.

Comunque sia andata, per la maggior parte di noi, resta indimenticabile.

Di cosa parliamo? Ma del primo giorno di scuola naturalmente.

Non di quello che arriva ogni anno a settembre. No, proprio del primissimo.

Quel primo giorno che per ognuno di noi è arrivato quando il ricordo della scuola vissuta da studenti cominciava a sbiadirsi sostituito dal desiderio crescente di diventare insegnante.

Per me è andata così: avevo fatto domanda ma non mi aveva chiamato nessuno. Quindi in quella giornata uggiosa di fine gennaio ho risposto tranquillamente al telefono per scoprire con grande sorpresa la proposta della segretaria di una scuola di un paese che non avevo mai sentito nominare.

Ero disponibile per il giorno dopo? Domanda lei.

Certo che sì, rispondo io.

E da quel primo sì, ho preso molte lezioni.

primo giornoprimo

#Prima lezione: geografia

Mai dire sì, senza dare prima un’occhiata alla cartina.

In seguito ogni volta che ho accettato una supplenza o ho avuto la possibilità di scegliere una sede ho consultato lo stradario della mia provincia. Poi è arrivato lo smartphone: la mappa cartacea è rimasta chiusa nel cassetto e si è aperta quella dell’applicazione.

Quel giorno ho scoperto tardi che la scuola si trovava in un paese di alta montagna e ho subito immaginato che se sulla costa vedevo la pioggia ad alta quota poteva esserci la neve. Ho richiamato per parlare con il dirigente che alla mia domanda: “Mi dica la verità, con questo tempo la scuola domani è chiusa? Vengo dopodomani, che dice?” mi diede la seconda lezione.

#Seconda lezione: cittadinanza

“Signorina, la scuola non si chiude mai. Si può invece sospendere il servizio, ma non si preoccupi qui siamo tutti abituati. Domani la scuola è aperta, come sempre”.

#Terza lezione: matematica

Problema: quanto tempo ci vuole per percorrere una distanza di 53 km in un giorno di neve tra stradine di montagna? E quanti mezzi occorre prendere?

Soluzione: 4 pullman per 2 ore e mezza di viaggio.

#Quarta lezione: laboratorio di cinema e di cucina

Il miglior amico di un docente è sempre il bidello, collaboratore prezioso e organizzatore sapiente.

Il viaggio si trasformò in una traversata e quando finalmente entrai nel portone della scuola, mi sentivo Omar Sharif nel Dottor Zivago. Avevo la faccia ricoperta di piccoli granelli di ghiaccio, tremavo dal freddo e intorno a me vedevo un unico colore: il bianco della neve.

Il mio primo pensiero varcata la soglia fu: “qui, non ci metto più piede”.

Alla bidella infatti dissi: “Sarei la supplente” e la scelta del condizionale sorprese anche me. Era chiaro che non ero sicura di voler accettare quel lavoro.

Non mi ricordo cosa mi rispose la bidella ma mi ricordo ciò che fece: mi mise in una mano una fetta di pandoro farcito e nell’altra un bicchiere di cioccolata fumante dissipando ogni mio dubbio. La collaboratrice, forte e gentile come ogni abruzzese, preparò pizze e frittate, torte e dolci locali, si occupò di rifocillarmi durante le ricreazioni e di ospitarmi per pranzo prima dei consigli.

#Quinta lezione: cooperative learning

Il lavoro di gruppo non è solo adatto per gli studenti ma anche per gli insegnati.

Fu sempre lei, la bidella, a procurarmi il passaggio di ritorno incastrando la mia uscita con quella di un’altra docente che veniva da un’altra scuola (e quindi da un altro paese).

La bidella aveva inventato il car sharing, ma non lo sapeva!

Da quel momento ho capito che bastava poco più di un’ora per raggiungere la destinazione e ho iniziato a viaggiare organizzandomi incontri negli angoli più sperduti delle strade, appostandomi davanti a bar e fontane, edicole e chiese. Qualsiasi cosa poteva trasformarsi in un punto di riferimento e rendermi visibile. E dentro quelle macchine durante quei passaggi ho conosciuto davvero i colleghi e le loro storie.

Dopo tutto questo vagare, quando finalmente mi sono seduta esausta in cattedra ho visto i miei studenti. Le lezioni che mi hanno dato loro e che ogni anno continuano a darmi sono molte più di 5. Ma questa è un’altra storia…

Auguri quindi di buon anno a tutti i docenti e soprattutto a tutti coloro che quest’anno vivranno per la prima volta il loro primo giorno da insegnati.

Per loro, più degli altri, sarà un primo giorno davvero speciale.

 


Autore articolo

Francesca Monetti

Elisabetta Monetti

Insegnante, blogger

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