Il Valzer delle Supplenze

Come se fosse “normale”, ogni segreteria scolastica è in questi giorni alle prese con la nomina dei supplenti, indispensabili per coprire l’enorme percentuale di posti di insegnamento vuoti, in particolare sul sostegno.

L’effetto, detto in parole povere, è che ogni anno studenti e genitori sono costretti ad assistere impotenti ad una rotazione dei docenti, inimmaginabile in altri paesi civili. Al netto delle considerazioni sulle cause storiche di questo sfacelo e sui parziali rimedi (posto che l’immissione in massa e senza filtri dei precari solo perché precari sia un “rimedio”), mi pongo ogni anno gli stessi interrogativi. Mi domando se l’opinione pubblica (intendo i “non addetti ai lavori”, compresi i media) si renda conto di come funziona il demenziale meccanismo della copertura dei posti vacanti. E se, una volta capito, questo procedimento possa, dai più, essere ritenuto “normale”. E soprattutto, se almeno in parte ci si renda conto dei danni che provoca.

Spiego, per chi non lo sa.  In questo periodo le segreterie delle scuole ottengono il via libera alla nomina di supplenti sui (numerosi) posti non coperti da insegnanti di ruolo. Già questo fatto scopre un’anomalia del sistema scolastico nazionale: ci sono le classi, ci sono ragazzi disabili ai quali spetta il sostegno, ma lo stato non assume abbastanza prof per coprirli.

In tutti i casi, l’assunzione dei docenti sui posti scoperti avviene così: raffica di mail seguendo una graduatoria, risposta dei prof interessati, al primo che accetta ed è in posizione utile in graduatoria si fa firmare il contratto. Così, eh! Senza nemmeno averlo visto. Senza nemmeno sapere se è capace di insegnare.

Perché, per entrare e salire in graduatoria, basta… esserci. Non importa come. Puoi essere un docente bravissimo o senza alcuna competenza professionale se non la laurea che ti porti dietro; puoi essere portato ad un rapporto splendido con gli studenti oppure uno a cui non frega niente dei ragazzi; puoi essere collaborativo e propositivo all’interno dell’Istituto oppure uno che rema contro la tua stessa scuola… ma se sei posizione “utile” in graduatoria, quello è l’unico requisito che ti serve. Sei sicuro che ti prenderanno.

Ora, mi domando da decenni: quale dirigente di una qualsiasi impresa privata firmerebbe un contratto senza aver verificato l’idoneità del dipendente all’incarico?

Eppure a scuola noi abbiamo una responsabilità più alta di qualsiasi altra azienda pubblica o privata. Il nostro “prodotto” è il benessere (cognitivo, psichico, affettivo, fisico…) dei ragazzi.
Ecco … tutto qui. Da domani, via al balletto delle assunzioni da graduatoria. Occhi, naso, orecchie tappate, e un grande peso sullo stomaco.

Concludo con un plauso ai tanti supplenti eccezionali che in questi giorni sperano, a volte per un solo colpo di fortuna, di rientrare nella scuola dello scorso anno o dove in passato hanno speso le loro energie professionali, lavorando in modo per nulla “provvisorio”, ma con competenza e coscienza. Anche per loro questo sistema rappresenta un’ingiustizia colossale.


Autore articolo
Laur Biancato

Laura Biancato

Preside

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