Razzismo a Londra, Ragazzo Asiatico Pestato dal Branco: “Hai il Coronavirus”

Un terribile episodio di razzismo è avvenuto a Londra. Jonathan Mok, un ragazzo asiatico di 23 anni, è stato picchiato selvaggiamente da alcuni coetanei. Il branco sosteneva che, essendo “cinese”, avesse il coronavirus e, dunque, lo stesse contagiando anche agli altri.

I fatti sono accaduti lo scorso 24 febbraio. Jonathan Mok, originario di Singapore, ma studente universitario di Londra, ha voluto denunciare pubblicamente i ragazzi che lo hanno pestato. Così, in un lungo post pubblicato sul suo profilo Facebook, il 23enne ha raccontato l’aggressione subita. Quella sera, un gruppo di quattro ragazzi lo avrebbe iniziato ad aggredire verbalmente, a causa delle sue connotazioni asiatiche. Successivamente, lo avrebbero picchiato con pugni e calci: “Il tizio che mi ha preso a calci mi ha detto: ‘Non voglio il tuo coronavirus nel mio Paese’, prima di tirarmi un altro pugno in bocca. Questo mi ha fatto esplodere il sangue dal naso“.

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Poi, ha toccato il tema del razzismo: “Tuttavia, appena ci concentriamo esclusivamente sugli effetti sulla salute del coronavirus, non riusciamo a vedere gli effetti sociali emersi dalla diffusione di questo virus, in cui il razzismo ha trovato l’ennesima scusa per manifestarsi. Ho sempre creduto che il razzismo fosse fondato sulla stupidità, che le persone, che credono davvero che il ‘gruppo razziale’ o la ‘nazionalità’ possano definire l’individuo, debbano essere così ignoranti da meritare la mia pietà. Siamo certi che uno di etnia asiatica non possa essere un britannico o che una persona dalla pelle bianca non possa essere cinese? Cosa ci rende cinesi, indiani, malesi o di qualche altra razza? Molti di noi hanno antenati di razze diverse“. Ha aggiunto: “Ho creduto a lungo che il razzismo fosse fondato sulla stupidità, ma oggi mi rendo conto che dirlo non è solo un modo per essere gentile con i razzisti, ma dà anche loro una scusa. Il razzismo non è stupidità. Il razzismo è odio. I razzisti trovano costantemente delle scuse per esporre il loro odio e, in questo scenario attuale del coronavirus, hanno trovato l’ennesima scusa”.

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